Mamme lavoratrici: la capacità del multitasking

Conciliazione maternità-lavoro

Scritto da Elena Tosatto il 26 Giugno 2019 @ 16:30 - Curiosità

Mamme lavoratrici, un argomento che cista particolarmente a cuore. Il nostro infatti è uno staff al femminile; sono sempre di più le donne e le mamme che lavorano nei nostri spazi; da quando siamo aperti abbiamo già visto nascere almeno tre piccoli. Per tutti questi motivi, il tema della conciliazione maternità-lavoro, è un argomento che a noi di 599 europa sta particolarmente a cuore.

Mamme lavoratrici #1

Portare i figli a lavoro

Il caso delle mamme libere professioniste meriterebbe un articolo a parte. Si tratta della categoria meno facilitata ad affrontare il rientro a lavoro nei tempi “consoni”. E che in alcuni casi si vede costretta a portare fisicamente e per necessità il proprio figlio a lavoro.

Dalla nostra esperienza, possiamo dire che il nostro coworking sia aperto a ricevere i figli, più o meno piccoli. Sebbene non ci sia uno spazio a loro dedicato, capita spesso di vedere arrivare mamme e papà a lavoro accompagnati, specie ora che le scuole sono finite. Il bello del business center è che contrariamente ad un ufficio tradizionale, è possibile portare i piccoli senza che questo comprometta i propri rapporti lavorativi. Infatti, chi utilizza i nostri spazi ha la libertà di gestione del proprio tempo, ed essendo all’interno del proprio ufficio riservato ed insonorizzato non reca alcun disturbo ai colleghi che stiano ad esempio ricevendo i propri clienti in quel momento.

L’iniziativa “Bimbi in ufficio”

Quante volte noi mamme dobbiamo spiegare ai nostri bimbi che andiamo a lavorare per portare a casa i soldini? E loro ci guardano con aria interrogativa, non capendo che cosa intendiamo. Portare i bimbi in ufficio, quando fattibile, permette a questi proprio di realizzare che cosa fanno mamma e papà. E perché no, metterli alla propria scrivania è un modo per loro di sentirsi grandi!

Non solo coworking e business center sono più aperti a ricevere i piccoli. L’amministrazione comunale di Milano, con sede a Palazzo Marino, il 10 luglio con l’iniziativa “Bimbi in ufficio” aprirà le porte ai figli dei dipendenti. Così i figli potranno toccare con mano, scoprire e condividere le mansioni giornaliere dei propri genitori.

Mamma e papà lavorano. Chi guarda il piccolo?

Un problema non indifferente è quello di dove “lasciare” i propri figli durante l’orario di lavoro. Un argomento che dovrebbe essere affrontato ben prima di progettare una gravidanza. Nella maggior parte dei casi, i nonni o sono molto giovani dunque lavorano ancora, o sono troppo anziani per potersi occupare di piccoli terremoti. Molti passi avanti sono stati fatti (per citarne alcuni, Bonus nido oppure nidi aziendali). Abbiamo già affrontato questo argomento in un precedente articolo.

La scelta delle mamme

Quando una lavoratrice diventa mamma, dovrebbe poter scegliere se e come affrontare il proprio rientro a lavoro. Molte mamme dopo la maternità obbligatoria, scelgono di accedere alla maternità facoltativa (anche non retribuita) pur di stare il più possibile col proprio piccolo, in una fase della vita così delicata e dove è richiesta costante presenza. Alcune poi scelgono l’aspettativa, mentre altre rinunciano definitivamente al proprio lavoro. Anche se non è sempre facile né possibile scegliere se e come continuare o meno a lavorare. Un secondo stipendio oggi come oggi è fondamentale; inoltre sono sempre più le donne che non vogliono rinunciare alla propria carriera. I figli in fondo crescono, molto più in fretta di quanto non si creda.

È difficile, in alcune giornate sembra impossibile, ma si può conciliare la propria vita occupazionale con il lavoro di mamma. Qualche giorno più di altri, bisogna fare i conti con i propri sensi di colpa. E certamente, le aziende devono avere una mentalità aperta che permetta questa conciliazione. Perché una mamma ha pieno diritto a sentirsi lavorativamente soddisfatta. Una mamma è prima di tutto una donna.

Cosa cambia per le donne, ed in particolare per le mamme, nel 2019?

Con la Legge di Bilancio 2019, viene ufficialmente riconosciuto lo smart working come misura a sostegno delle madri. Infatti, viene oggi data la precedenza all’accesso al lavoro agile da parte delle madri, entro tre anni dal congedo di maternità. Tale priorità possono averla anche i genitori che debbano assistere ad un figlio disabile. Inoltre è fatto divieto discriminare o licenziare la lavoratrice in stato di gravidanza, come lavorare in turni notturni, fino al primo anno del bambino. Inoltre, oggi la futura mamma può scegliere l’astensione dal lavoro per i primi 5 mesi del bambino ossia può decidere (qualora non vi siano controindicazioni mediche), di lavorare fino al momento del parto. Ancora, come misura a sostegno del rientro a lavoro, il bonus nido è stato portato dal 2019 da € 1.000,00 a 1.500,00. Non solo vantaggi per le mamme: le donne prossime alla pensione, possono scegliere di andare in pensione con qualche anno di anticipo, certo con un importo minore.

I contro

Certo la scelta di avvantaggiare le mamme all’accesso al lavoro agile, desta non poche critiche, in quanto si avvantaggia solo una fetta di coloro che potrebbero averne bisogno. Inoltre, soprattutto le piccole aziende si troverebbero in difficoltà a concedere lo smart working ai propri dipendenti, specie se presente più di un soggetto con diritto alla priorità.

_Elena

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